La domanda circa il perché dell'esistenza del male angoscia da secoli i pensatori di ogni epoca e nazione, e in particolar modo interroga i fedeli di svariate religioni, mostrandosi come un'apparente contraddizione dell'esistenza di Dio.
L'esistenza del male è forse la più accreditata delle argomentazioni contro l'esistenza di Dio. Sebbene non si sappia se sia realmente successo, si racconta che lo stesso Albert Einstein si sia trovato a rispondere a questa argomentazione.
Secondo questa prospettiva, il male «non esiste», o meglio è l'assenza del bene. Secondo A. Einstein, quindi, è insensato accusare Dio del male scaturito dalle scelte fatte dall'uomo.
Dire che Dio non esiste perché esiste il male, sarebbe come cercare di sostenere che i barbieri non esistono perché ci sono persone con i capelli lunghi.
Nel racconto biblico si trova il racconto del «frutto della conoscenza del bene e del male» e del primo peccato:
Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. [...] Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire". E il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda". [...] Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. [...] Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato". [...] Il Signore Dio fece all'uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì. [...] Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto.
Dopo aver letto il racconto del giardino e del primo peccato, una domanda può saltare alla mente del lettore attento: perché Dio pone nel Giardino l'albero della conoscenza del bene e del male? Perché accetta il rischio che Adamo ed Eva possano disubbidirgli, mangiando del frutto proibito, e non gli impedisce di farlo?
L'albero della conoscenza del bene e del male è, per Adamo ed Eva, la garanzia della libertà: la possibilità di disubbidire a Dio è per loro la garanzia dell'amore. Senza libertà, infatti, non ci può essere neanche l'amore. Se l'uomo non avesse alternative, infatti, non potrebbe compiere neanche il bene, perché questo non sarebbe una libera scelta.